domenica 14 dicembre 2008

Il giardino del ministro

Fra tutti i Ministri dei Beni Culturali, Sandro Bondi mi pare quello che meno si è messo finora in evidenza. Non viene intervistato, non rilascia dichiarazioni, non preannuncia innovazioni. Sarà che il governo ha altre priorità, sarà che il portafoglio è sempre più sottile, di fatto l'apparenza ci parla di un ordinario tran tran. Intendiamoci, potrebbe essere addirittura un buon segno, ma da lettori esigenti stiamo all'erta nel controllare le mosse del dicastero che per primo dovrebbe occuparsi di editoria e promozione della lettura.
Per amor di verità va segnalata, fra le non eclatanti novità, quella collocata in bella vista nella home page del Ministero stesso: le recensioni di Bondi. Si tratta però di una novità che fa saltare la mosca al naso, per un evidente motivo di concorrenza sleale. Come può il VoltaPagine sperare di far valere il proprio parere su un libro, quando ha di fronte la prima pagina del sito istituzionale di uno dei ministeri della Repubblica Italiana? Non c'è ovviamente partita a livello di audience. In realtà la cosa non mi turba – come ben immaginerete – mi domando soltanto se sia corretto utilizzare un mezzo pubblico per diffondere giudizi che poco o nulla hanno a che fare con la funzione del temporaneo responsabile. Sarebbe come se l'autista di un autobus di linea facesse suonare tutto il giorno nello stereo del bus le canzoni da lui composte in lunghe notti di struggimenti sulla chitarra. Mi parrebbe evidentemente un uso personalistico di bene comune, come considerare proprio giardino personale un parco invece pubblico. Al di là della piacevolezza di recensioni o canzoni, su cui non esprimo giudizi, perché devo trovarmele di fronte, e perciò subirle, quando sul quel sito o su quell'autobus sono senza dubbio arrivato per ben altre necessità?
Consiglierei allora al buon Bondi di crearsi un blog o organizzare una newsletter (magari a sue spese piuttosto che sfruttando i tecnici del ministero); sono persino disposto a dare qualche suggerimento, in fondo la concorrenza onesta non mi spaventa.

Nessun commento:

Posta un commento