mercoledì 17 giugno 2009

L'agente degli scrittori

In uno dei suoi disarmanti anacoluti, Forrest Gump dice: «La vita è una scatola di cioccolatini: non sai mai quello che ti capita». E questo, nel bene e nel male, mi piace un sacco. Mi piace pensare a Erich Linder, eroe di guerra austriaco d’origine ebraica nato in Polonia che diventa il più potente agente letterario italiano del dopoguerra. Vero è che le vite di quegli anni sono spesso rocambolesche: quando non c’è più nulla, puoi inventarti tutto; per chi ha iniziativa, ogni strada è aperta.
Linder, grazie ai suoi contatti con l’estero, al lavoro indefesso, alle conoscenze linguistiche, all’esperienza di traduttore, impiantò in Italia un mestiere altrimenti sconosciuto, di marca anglosassone. Non a caso molti dei primi contatti sono con gli autori americani e inglesi, autori banditi dalla penisola per diverso tempo e di cui il pubblico sente, senza saperlo, la mancanza. Si legge molto, al tempo, e gli scrittori sono stelle tanto quanto gli attori del cinema. Linder intesse le trame e fa man bassa, finendo per rappresentare praticamente tutti: Arbasino, Calvino, Morante, Sciascia, per citare solo quattro fra i connazionali. Una ricca carrellata di personalità poste sotto un proiettore inusuale che illumina pretese, fissazioni, difficoltà.
Per non parlare degli editori, l’altro capo del filo, che nella seconda metà del Novecento sono quasi tutti procacciatori di cultura dall’elevato spessore intellettuale, fieramente avulsi – ma solo fino ad un certo limite – dal concetto odierno di marketing. È curioso indagare certi meccanismi, scoprire come a volte dietro ad un libro non vi sia solo la mano dell’autore. Biagi costruisce una biografia sfaccettata, a tratti troppo aneddotica e quindi arrancante, ma con spunti di rilievo. Molto il materiale inedito, forse avrebbe dovuto essere masticato più a lungo prima di pensare ad una biografia a tutto tondo, tuttavia può essere un invito per nuove ricerche: c’è ancora da scavare e riflettere. Un appunto alle citazioni nelle note: disturba un po’ che non sia riportata la città di edizione, come si fa nelle buone bibliografie. Linder avrebbe tirato le orecchie sia all’autore sia all’editore.

Dario Biagi, Il dio di carta. Vita di Erich Linder, Roma, Avagliano, 2007, pp. 204.

Le mie chiocciole: @@

Da regalare: all’appassionato di gossip letterario

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