mercoledì 16 luglio 2014

Tre nubiani ben dotati


In un periodo non troppo lontano durante il quale ilVoltaPagine riusciva a recensire con una discreta frequenza, accadeva che gli editori inviassero qualche esemplare delle loro novità, chiedendo in cambio una lettura e un commento. In genere accettavo sempre, senza preoccuparmi troppo se fosse quello il modo migliore per impiegare il mio tempo. Ma fino a circa tre anni fa si trattava di ricevere in omaggio un libro cartaceo, ed era sempre e comunque una buona notizia per un feticista dell’oggetto libro. In seguito si passò alla versione digitale e la ricezione del pdf dimostrò tutta la sua natura di procedura tanto rapida quanto insipida. A quei libri avuti in allegato non riesco tuttora ad affezionarmi, non so dove salvarli, mi scordo d’averli, figuriamoci di leggerli. Uno solo ha fatto finora eccezione, dunque mi pare giusto tributargli qualche riga.

Lo strano caso dei tre nubiani ha galleggiato per mesi sul mio desktop e di tanto in tanto lo andavo a riaprire, leggevo un po’ riprendendo il filo, mi facevo due risate (grazie in particolare a qualche metafora fulminante) e chiudevo, non prima d’aver salvato il punto d’arrivo con un segnalibro virtuale. È stata una lettura che dire dilatata è dire poco, ma la colpa è mia, e soprattutto del mio rapporto difficile con il supporto digitale. La colpa è mia e non del romanzo che, a suo modo, ogni tanto riusciva a farmi ricordare della sua presenza. Dunque non ho rinunciato e clic dopo clic sono giunto all’epilogo dell’unico vero romanzo erotico/pornografico che mi è capitato di leggere nella mia vita. L’incertezza nella definizione risulta inutile se si pensa all’asserzione secondo cui la pornografia è l’erotismo degli altri, ma se il termine consueto credo sia appunto ‘erotico’, nel caso specifico mi parrebbe davvero di fare un torto all’autore, Francesco Signor, non utilizzando il vocabolo ‘pornografico’. Perché nello Strano caso la protagonista e narratrice Ana (già di questa scelta si potrebbe parlare) si dimostra ragazza senza peli sulla lingua, almeno in senso metaforico, e posseduta da fantasie che sconfinano decisamente nel genere suddetto. 
In un suo celebre saggio Umberto Eco segnalava, quale caratteristica peculiare della pornografia, la sostanziale futilità della trama. Seguendo tale prospettiva il romanzo in questione risulta essere molto meno pornografico di altre opere che si trovano impilate in bella vista in tante librerie. Ci sono infatti personaggi ben caratterizzati, caricaturali ma credibili, esemplari di un ambiente di periferia non solo cittadina ma anche umana, dove i comportamenti sono sempre al limite, eppure ogni evento alla fine è vissuto quasi con leggerezza, come se vedere quel limite così da vicino avesse reso meno spaventoso e spiacevole doverlo valicare. Non mancano pestaggi, turpiloqui, sodomizzazioni e chi più ne ha più ne metta, eppure appaiono quasi sempre giustificati rispetto alla vicenda che è un giallo in tono minore, una storia dalla suspense modesta ma non disprezzabile. L’autore insomma si voleva divertire e lo dimostra fin dalle prime righe, perché chiedergli di più?
Un dubbio mi rimane. Se Ana e la sua amica Cate, ragazze sboccate e allegramente ninfomani, non risentano troppo della mentalità maschile dell’autore. Appaiono infatti così ‘estreme’ da perdere sfumature, mentre le sfumature sono tratti tipicissimi del mondo femminile. Nel via vai circense a cui si assiste fra i rottami dell’autodemolizioni Grasso, direi che è proprio la femminilità a mancare, e d’altronde è quello che quasi sempre accade nel mondo della pornografia.

Francesco Signor, Lo strano caso dei tre nubiani, Campobasso, 'round midnight edizioni, 2013.